Il vero motivo per il quale gli studi fotografici falliscono.
Visto da fuori deve sembrare una gran figata perché non conto le volte che mi hanno detto "fai un lavoro bellissimo, lo sai?".
E in effetti è non è sbagliato, io amo il mio lavoro, amo i bambini e amo fotografarli al meglio che posso.
Tuttavia, ciò che i miei clienti non vedono è il lato oscuro di questa professione, ciò di cui devi preoccuparti non solo PRIMA di aprire la tua attività, ma per tutta la durata del tuo esercizio, ogni mese.
Sto parlando della bestia nera ammazza-profitti di ogni fotografo di bambini.

I costi.
Le spese sono tante.
E vabbè, thanks to the caz...non scrivo questo articolo per convincerti che le spese di un fotografo sono molte, immagino tu abbia questa consapevolezza, ciò che vorrei fare però è girare il dito nella piaga mostrandoti quante spese probabilmente non hai mai calcolato.
Non lo faccio perché mi piace scrivere articoli sensazionalistici, perché mi piace vedere tutto nero o perché voglio stroncare sul nascere la tua voglia di diventare fotografo di famiglia in modo da avere un concorrente in meno.
"Lo faccio perché a causa di una errata valutazione dei costi, gli studi fotografici falliscono"
Non ti preoccupare, so che non sei uno sprovveduto e immagino che quando hai deciso di aprire partita iva da fotografo tu abbia fatto qualche calcolo, magari facendoti aiutare dal commercialista che probabilmente ti ha anche dato il famoso foglio excel dove inserire costi/ricavi nel tentativo di accenderti una luce nel buio pesto della galleria destinata a chi ha deciso di diventare fotografo professionista.
Ne trovi a centinaia sul web e vanno anche bene per farti un'idea dei costi che andrai a sostenere anche se posso dirti per esperienza, che lì mancano sempre una marea di voci che sono peculiari del fotografo di famiglia.
Sarebbe interessante scrivere un articolo nel tentativo di dividere quali tra queste spese sono state necessarie e che quindi rifarei, e quali si sono rivelate uno spreco di denaro, prima o poi lo scriverò.
Per fare una analisi dei costi che abbia un senso dobbiamo però fare un netto distinguo tra le due tipologie di spese più frequenti, vale a dire quelle fisse e quelle variabili.
Spese fisse
Tutte quelle che devi pagare indipendentemente dal numero di servizi che fai in un anno, o in generale dalla quantità di lavoro che svolgi.
In pratica, che tu sia pieno di lavoro o che tu non abbia nulla da fare, queste non cambiano.
Spese variabili
Quelle sostieni esclusivamente quando effettui il tuo servizio fotografico.
Ad esempio per un matrimonialista potrebbe essere il trasporto, per il fotografo newborn il lavaggio delle coperte e cos' via.
Ciononostante, l'errore che commettono in tanti, è quello di considerare uguali (a livello di spese si intende) tutti i loro servizi fotografici, facendo così un "forfait" di spese che di fatto impedisce di calcolare i margini su quel determinato servizio.
Non voglio fartela lunga ma sappi che non sapere con esattezza il margine di ogni servizio fotografico che eroghi ti mette nei guai.

Quanto margini su ogni servizio?
"Ma Mauro, le spese sono necessarie"
Le attività non vanno avanti senza investimenti
Esistono però tutta una serie di spese che non hanno questo effetto benefico sulla tua attività, spese che sono vestite del solo aspetto negativo (essere appunto una spesa), senza avere in sé l'aspetto benefico che un investimento deve avere, e cioè un ritorno economico futuro tangibile.
Se mi sono spiegato male ti faccio un paio di esempi.
Questa spesa però non ha una leva economica, in pratica non è in grado di generarmi denaro in futuro.
Se questo esempio ti pare un po' borderline posso farti il classico esempio del corso di formazione marketing.
Se ad esempio pago una consulenza con un esperto che mi modifica il modello di business (quel genere di cambiamenti molto impattanti, ad esempio cambiare linea prodotti, prezzi o offerte), questa sarà in grado di generare profitti e nell'arco di poco tempo ripagare l'investimento e produrre un margine positivo. E questo per sempre.
Il fatto è che spesso il fotografo di bambini si carica di passivi e tralascia (o più facilmente non ha più cassa per poterseli permettere) gli attivi.
In pratica quelle spese "buone" e "sane" per la propria attività.
E questo perché?
Sapevo che me lo avresti chiesto, e ogni volta che tocco questo argomento qualcuno si inalbera ergendosi a paladino in difesa della "fotografia come forma di espressione ecc".
Il fatto è che il fotografo medio ha in testa una sola cosa: la qualità delle proprie fotografie.
E' convinto in pratica che il suo fatturato sarà proporzionale al livello artistico delle immagini che riesce a realizzare quando invece non c'è niente di più falso.
Questa convinzione mina alla base tantissimi studi fotografici perché se si è alimentati da una convinzione come questa, quello che si farà inevitabilmente è investire tutti i propri sforzi, energie e denaro, alla ricerca della fotografia perfetta.
E quindi ecco la corsa al workshop di tecnica, all'acquisto dell'ultimo (e più inutile) cappellino uscito, all'ultimo modello di casa Canon o Nikon, al fondale superfluo e così via.
RIPETO: in una certa misura questa cose sono necessarie, io stesso le ho TUTTE. Quello che voglio dirti è che:
E di conseguenza essere in grado di bilanciare con intelligenza attivi e passivi, destreggiandosi tra la necessità di avere tutto quanto serve per offrire un servizio di alto livello, e la capacità di non cadere nel vortice del "Oddioooo che bello lo voglio lo voglio lo voglio!!!" come un ragazzino isterico davanti al negozio Apple.
Questo è il segreto di uno studio fotografico di successo, saper gestire finanziariamente la propria attività concentrandosi sulle spese "buone" e riducendo al minimo quelle "cattive".
Come al solito se hai commenti, critiche dubbi o domande commenta qui sotto, alla prossima!